IL MATRIMONIO SACRO

Ierogamia, dal greco hieros gamos “Matrimonio Sacro”, rappresenta un rito antico di sacra unione sessuale basato sul modello mutuale[1], tramandato attraverso il mito nel corso della storia.
Questa cerimonia sacra aveva origine nella preistoria. Il termine nozze sacre è stato utilizzato da Mellaart per parlare infatti delle culture legate all’antica Dea presso l’Anatolia nel Neolitico.

Il matrimonio sacro, nel suo significato autentico e arcaico, riconosceva nella donna l’elemento naturalmente divino. Attraverso il Matrimonio sacro, l’uomo e la donna diventavano dea e dio e propiziavano il risveglio della natura e l’allineamento con i cicli stagionali e cosmici.
Nelle società preistoriche, infatti il culto del principio creativo femminile si sviluppò attraverso una proliferazione di miti e riti di iniziazione e di allineamento con le forze generatrici e creatrici della natura. La Ierogamia era uno dei riti con il quale si celebrava il potere di dare e illuminare la vita all’interno delle società arcaiche, quale ad esempio, quella Minoica.

Successivamente lo Ieros Gamos, perdendo la funzione di unione sacra nella reciprocità tra uomo e donna, fu distorto dai sovrani autocratici delle società patriarcali e divenne lo strumento per legittimare la loro autorità.
Infatti il re, o il sovrano, mediante l’unione con la sacerdotessa, che rappresentava l’antica dea, otteneva la benedizione a governare lo stato. Chiaramente in una siffatta unione, la sacerdotessa, diventava solo uno strumento all’ascesa al potere dell’uomo e allo stabilirsi di un governo patriarcale (in cui ogni traccia di femminile è negletto).
Un esempio abbastanza attuale, è l’episodio dell’imperatore giapponese che occupò le prime pagine dei giornali, nel 1990, facendo scalpore. Fu rivelato che il sovrano giapponese, con una cerimonia segreta nel tempio, legittimò il proprio potere attraverso un’unione con la sacerdotessa e quindi con la dea.  
Non è dato sapere se l’unione sessuale sia avvenuta davvero ma l’intento dell’imperatore, attraverso questa cerimonia, era di “Comunicare in modo simbolicamente sessuale con lo spirito della Dea del Sole”, propiziandosi lo spirito della dea per confermare lo status di regnate.
Il simbolismo del matrimonio sacro infatti sopravvive dai tempi più remoti, fino a quelli più moderni, nelle tradizioni mistiche occidentali e orientali, cambiando forma a seconda dei connotati delle società.

Il totale travisamento del Matrimonio Sacro è avvenuto con la mascolinizzazione del divino, ad opera delle più grandi religioni monoteistiche e patriarcali. Nelle società fallocentriche, la partner femminile del matrimonio sacro non è ritenuta solo secondaria ma è stata cancellata. 
Così come è stato cancellato ogni simbolo riguardante la Dea. 
Nella religione cristiana invece di nozze sacre tra l’uomo e la donna, si verifica uno “sposalizio mistico” tra l’uomo e il suo dio (raffigurato a immagine e somiglianza maschile). Nasce un’unione ineguale e asimmetrica tra l’uomo e il suo dio maschile, dove ogni traccia di sacralità femminile è rinnegata.
Una ricerca sul materiale mitologico rivela che pochissime erano le coppie  che esprimessero al meglio “L’antica” sinergia delle nozze tra maschile e femminile, soprattutto nel mondo occidentale.  L’esempio più esemplificativo di coppie sacre sono Iside e Osiride.

I due sovrani rappresentano il legame perfetto per gli antichi egizi; un’unione di grande amore e gioia erotica. Iside e Osiride erano figli di Nut ( la dea del cielo) e Geb (il dio della terra).
 Si racconta che i due fratelli si amassero già dentro l’utero di Nut, attratti da irresistibile desiderio. Venuti alla luce, divennero faraoni.
Agendo assieme, Iside e Osiride donarono al popolo tutte le arti e le tecniche della civiltà: agricoltura, musica, tessitura, preparazione della birra, scrittura e architettura.
Separati da un tragico evento mantengono un legame al di là della morte. Osiride infatti venne ucciso e smembrato dal fratello Seth. 
La storia della morte e dello smembramento di Osiride sembrerebbe negare la sessualità del loro amore, mentre invece offre l’opportunità della resurrezione e in particolare della reintegrazione fallica e sessuale.
Nel mito di Iside, l’unico resto non trovato è il membro virile, del quale la dea fa una riproduzione che viene consacrata. Iside, dopo la morte di Osiride, secondo alcune versioni del mito, riesce a riportarlo in vita il tempo sufficiente perché la ingravidi e le dia modo di generare Horus.
Come mostrano Iside e Osiride, il matrimonio sacro, nel suo significato vero e arcaico, celebra la connessione erotica e insieme spirituale tra donne e uomini.


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[1] Il modello mutuale o della partnership indica un sistema sociale in cui le relazioni tra individui si basano: sull'interconnessione creativa tra donne e uomini, sulla reciprocità invece che sulla assimmetria e da basso grado di violenza sociale.

1 commento:

  1. Quando si parla di matrimonio sacro... si deve comprendere il punto di vista della Chiesa Ufficiale.Papa Francesco e il sinodo dei vescovi, in questi giorni, ha ribadito la sacralità del matrimonio tra uomo e donna... altro per la Chiesa non può esserci. Naturalmente io così la penso ma.... comprendo pure che ci si trova in situazioni diverse non va discacciato come fosse un appestato. Va seguito ed amato sempre come fosse un fratello o una sorella...

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