Questa manipolazione, che potrebbe sembrare estrema, è messa in atto per distorcere la realtà dell'altro/a. La moglie finisce con il provare un'angoscia e un'incertezza tale da credersi folle.
Attraverso la tecnica del gaslight, come mostrato nell'omonimo film, il manipolatore arriva a far dubitare l'altro/a persona della sua stessa sanità mentale e delle sue facoltà percettive.
La vittima inizia a credersi pazza e a dubitare di ciò che pensa, sente, percepisce, ricorda, crede. Si sente confusa. Inizia a mettere in discussione la propria visione della realtà, la propria verità.
Se una persona non può fidarsi della sua interpretazione della realtà è costretta a vedere le cose solo dal punto di vista del manipolatore, negando il proprio, sottomettendo il proprio senso della realtà a quello di un altro.
Questo è un esempio di una delle tecniche di manipolazione più potente utilizzate da manipolatori, narcisisti, sociopatici, psicopatici e persone altamente disturbate.
L'effetto Gasligh avviene quando il manipolatore nega di aver detto o fatto cose che invece la vittima ricorda bene, al fine mettere in discussione le sue affermazioni, fino al punto di farla dubitare di sé.
L'uso della menzogna da parte di questa tipologia di persone è molto frequente.
Le persone cosiddette normali devono compiere uno sforzo per mentire. La menzogna comporta un'attivazione fisiologica interna (accelerazione del battito cardiaco, modifiche della temperatura corporea ecc..) ed esperiscono emozioni sociali (vergogna, colpa..) ed altro ancora.
Per i manipolatori e per le persone molto narcisiste è più facile mentire. Spesso lo fanno guardandoti negli occhi. Hanno il "vantaggio" di non provare rimorso o senso di colpa verso l'altro.
Per loro mentire o dire la verità provoca la medesima reazione. Quindi è molto facile per questi individui trarre in inganno gli altri, per questa capacità di mentire a sangue freddo.
La manipolazione può evolversi in gravità ed intensità con il tempo. Sono stati individuati tre livelli*:
PRIMO LIVELLO. A questo stadio è difficile rendersi conto di avere di fronte un soggetto manipolatore, poiché le manifestazioni sono deboli e occasionali.
Tuttavia capita di cadere nella "Trappola della spiegazione".
Un esempio potrebbe essere questo. Sei al ristorante insieme al tuo nuovo lui. Sembra la persona giusta e mostra di avere intenzioni serie. Mentre sei a cena, ti capita di scherzare amichevolmente con il cameriere. A fine serata, lui mette il broncio e ti accusa di essere stata irrispettosa nei suoi confronti, e di aver civettato per tutto il tempo.
Sai che non è vero ma, dato che non vuoi perderlo, ti invischi in una conversazione sgradevole, dove devi dare mille giustificazioni e spiegazioni. Ti senti a disagio, infastidita, confusa mentre lui non ti crede e cerca di farti sentire in colpa.
Gradualmente, con il ripetersi di episodi simili a questo, percepisci sempre più di dover controllare sempre quello che fai o dici in sua compagnia per timore delle sue reazioni. Temi i malintesi e limiti, e non esprimi, parti di te.
Il meccanismo della manipolazione inizia in maniera subdola e prende piede pian piano e può arrivare all'abuso psicologico e fisico.
Il manipolatore inizialmente si presenta come una persona sensibile e affascinante, molto attenta ai tuoi bisogni e necessità. Riesce così a far breccia nello spazio personale altrui.
Via via ti accorgi che si tratta invece di un individuo accentratore e molto egoista. Interessato a nutrire uno smanioso senso del sé e una posizione di potere nella relazione.
SECONDO LIVELLO: Se nello stadio precedente le sue reazioni ti lasciano sconcertata, quando vi trovate in questo stadio validate le sue reazioni e siete sempre più bisognose nel voler conquistare la sua approvazione.
A questo punto, il tuo bisogno di sentirti brava e degna d’amore è molto forte e lui è ancor più determinato a dimostrarti che ha ragione. Possono comparire le prime liti ed i primi trattamenti a base di urla, insulti o glaciali silenzi, non essendo in grado di tollerare tali trattamenti, sei disposta sempre di più a fare, e a limitare te stessa, per porvi fine.
La situazione diventa sempre più dolorosa. Inizi a considerare il suo punto di vista prioritario rispetto al tuo, che diventa sempre meno importante e credibile.
Ti senti stanca, sola, debole, fragile, non compresa. Ti ritrovi spesso a doverlo difendere con gli amici e i familiari. Impieghi sempre meno tempo nelle attività che prima ti davano piacere e ne godi meno.
Ti colpevolizzi per averlo fatto arrabbiare e ti sforzi di capire cosa hai potuto fare di sbagliato per aver scatenato il suo risentimento.
TERZO LIVELLO: è il livello più grave. La vittima qui assimila totalmente il punto di vista del suo manipolatore. Ha talmente bisogno dell'amore di lui, per sentirsi meglio con se stessa, che ha completamente rinunciato al propria visione e alla propria autonomia.
Ti senti sprofondare in sensi di colpa e depressione. Puoi non sentirti capace di nulla di buono e non in grado di soddisfare il partner (leggi anche:Ami o sei (co)dipendente?).
Ti assumi la colpa della sua aggressività, dei suoi maltrattamenti o della sua indifferenza verso di te. Percepisci smarrimento, angoscia. Non sai più cosa fare.
Puoi avere attacchi di panico e sintomi legati allo stress (ansia, tachicardia, tensioni muscolari, mal di testa, attacchi di asma, disturbi del sonno). Ti ammali frequentemente.
Hai perso totalmente il contatto con te stessa e smarrito la tua preziosa bussola interiore.
Anche se nell'articolo il manipolatore è presentato come di sesso maschile e la vittima di sesso femminile può accadere anche il contrario...to be continued..
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*Robin Stern
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